Nella zona dell’Alpago, una regione storico-geografica della provincia di Belluno meridionale, è possibile visitare parecchie malghe ma solo due rifugi, il Rifugio Carota a Pieve d’Alpago, raggiungibile in auto, e il Rifugio Semenza, a Tambre, raggiungibile con due ore di trekking. Scegliamo il secondo perchè, durante i nostri giri in canoa al centro del Lago di Santa Croce, il panorama sulle Prealpi Venete non sembrava niente male. E infatti.
Situato nell’alta Val de Piera a 2.020 m di quota, dal Rifugio Carlo Semenza si può ammirare tutta la sottostante valle fino alla fitta foresta del Cansiglio e non solo. Pochi metri ancora di camino e si arriva, infatti, alla Forcella Laste e al Bivacco invernale da dove poter abbracciare con lo sguardo le bellissime montagne del Friuli. La vista è, infatti, amplissima sulle Dolomiti Bellunesi e Carniche fino alle Alpi Giulie e soprattutto su tutto l’Alto Adriatico dalla Dalmazia alle lagune veneto-friulane. Dalla Forcella, poi, con altri 30′ di cammino si raggiunge la Cima del M. Laste (2247 m).
Da Tambre, si prosegue in auto verso Sant’Anna e da qui alla Malga Pian Lastre dove si può lasciare l’auto al parcheggio a pagamento (3,5 euro tutto il giorno pagabili al parcometro a monete). Tra l’altro al parcheggio, che è anche l’arrivo del giro, la presenza di una bella malga con birra fredda non è affatto male!
Siamo a quota 1.300 m e dopo breve salita su strada asfaltata, si imbocca il sentiero CAI 926 che passa attraverso la malga Pradosson, da cui si gode, tra le chiappe delle manze, una bucolica visione dell’Alpago, del lago e della foresta.
Da qui in poi si sale a capo chino nel bosco da cui si emergerà solo a quota 1.700. E qui le cose cambiano. Prati, roccia, bella roccia. Il Rifugio si scorge già 20 minuti prima dell’arrivo perché è incastonato in un bel circo. Sembra un po’ di stare sulle Orobie, per chi le conosce, invece siamo nel Gruppo Col Nudo-Cavallo a 2.020 m.
Arrivati al Rifugio, procediamo verso il Bivacco invernale, proprio dove, alla Forcella Laste, passa l’Alta Via n° 6 e 7 delle Dolomiti e da dove partono bellissime escursioni. In verità, dopo appena 700 m di dislivello, avremmo potuto osare e raggiungere la Cima del M. Laste, ma il cielo si è annuvolato rapidamente e sarebbe stata solo una fatica inutile. La verità è che ci siamo trovati in buona compagnia chiacchierando con due milanesi in giro sulla Alta Via n° 6 da ben 9 gg. I racconti di montagna sono sempre affascinanti. Per esempio, al rifugio, in attesa dei nostri piatti, stringiamo amicizia con un alpinista che ci racconta di quando ci si calava dalle vie con la corda arrotolata sulla spalla, senza discensore di sicurezza. Una coppia locale ci suggerisce altre escursioni da non perdere. Lei è una veterinaria, parla solo di morti in montagna mentre il marito ride divertito alle sue spalle. Anche la cameriera è simpatica, è finita lì ad aiutare gli amici con un unico scopo: <<perchè qui ci si lustra gli occhi>>. Suggerimento per le signore che non vanno mai in montagna: appena gli escursionisti arrivano sudati ai rifugi, si denudano per far asciugare le magliette…un buon motivo per cominciare a camminare!
Dopo una fettona di formaggio fritto, patate e polenta, la discesa è affannosa. Imbocchiamo il sentiero CAI 923 che scende ripido verso il Sasso della Madonna. E’ un luogo con una sua sacralità che infonde pace e ci addormentiamo tutti e 3. E non siamo neanche gli unici, tutti coloro che passano di qui, si fermano a riposare.
Il bello del sentiero CAI 923 è il bosco di faggi che si attraversa verso la fine, è uno dei più belli mai visti. I locali consigliano di percorrerlo al mattino perché, trafitto dai raggi di sole, è uno spettacolo unico, quindi, potrebbe avere un senso percorrere questa escursione in senso contrario, prima il sentiero 923 e poi il 926 al ritorno.
Infine: non dimenticate di concedervi una birretta alla malga del parcheggio!
SCHEDA PDF DEL RIFUGIO QUI
Dislivello in salita: 900 m
Dislivello in discesa: 900 m
10 km
Tempo in movimento: 3 h e 50′
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I CAPITOLI DELLA NOSTRA AVVENTURA FRIULI E DINTORNI 2018
- Vacanze in Friuli Venezia Giulia: perchè?
- GIORNO 1: La diga del Vajont
- GIORNO 2: Il Campanile della val Montanaia (escursione)
- GIORNO 3: Riserva Naturale Forra del Cellina (escursione)
- GIORNO 4: La grotta Landre Scur (escursione)
- GIORNO 5: Lago di Centro Cadore (canoa)
- GIORNO 6: Alla scoperta del Tagliamento (escursione)
- GIORNO 7: Rifugio Pacherini e Passo di Suola (escursione)
- GIORNO 8: Lago di Sauris e Alpi Carniche
- GIORNO 9: Riserva Naturale Regionale Foci dello Stella
- GIORNO 10: Il Lago di Santa Croce (canoa)
- GIORNO 11: Il Rifugio Carlo Semenza (escursione)