L’ISAC CNR ha pubblicato i dati meteo ufficiali dell’ultimo inverno trascorso. Il trimestre freddo (dicembre 2018-febbraio2019) è stato a livello nazionale il 23esimo più caldo dal 1800. Pochissima neve sui rilievi ed impianti sciistici pressochè funzionanti solo con innevamento artificiale per tutta la stagione. E infine ha nevicato copiosamente ad aprile e quando questo succede è allerta valanghe anche alle quote più modeste.
Decidiamo, quindi, per una gita da pensionati alla scoperta del Rifugio Venini Galbiga di cui si parla molto bene, con l’unico sordido obiettivo di mangiare come se non ci fosse un domani. Collocato a 1.576 m di altitudine in posizione mediana tra il Lago di Como e il Lago di Lugano, offre una doppia esposizione panoramica sui due laghi dei quali gode un effetto mitigante sul clima, tranne quando decidiamo di andarci noi. Domenica 7 aprile 2019, infatti, la nebbia si tagliava a fette e non si vedeva assolutamente niente.
foto di Daniela – https://www.instagram.com/dani_s_photo
Come arrivare al Rifugio Venini Galbiga
Quando il giorno prima ho controllato la posizione del Rifugio Venini sulla mappa ho pensato “beh è vicino a Como ed è alle porte di Milano”. Mi sbagliavo. In realtà il percorso stradale è la vera parte ostica di questa gita. Per raggiungere il rifugio, occorre risalire la Statale Regina sino ad Argegno (CO) dove svoltare a sinistra per la Val d’Intelvi sino a San Fedele Intelvi (CO) e poi girare decisamente a destra verso Pigra (CO). E qui inizia un percorso in salita lungo una strada via via sempre più stretta e ripida, sino a cedere il passo ad una stradina sconnessa sulla quale si può anche correre il rischio di raschiare il fondo dell’auto. Poco prima di fare ingresso a Pigra, si svolta a sinistra seguendo l’indicazione Rifugio Alpino Boffalora (chiuso) e qui si parcheggia. E’ possibile proseguire in auto sino al Rifugio Venini ma noi l’abbiamo lasciata al Rifugio Boffalora ed abbiamo proseguito in parte su strada asfaltata ed in parte tagliando per i prati per 4 km, giusto per stimolare l’appetito.
Il percorso a piedi
Il percordo a piedi è uguale sia per l’andata che per il ritorno. Dal Rifugio Boffalora si prosegue su asfalto per qualche decina di metri ed al primo bivio occorre tenere la destra in salita, seguendo le indicazioni per “Fortificazioni Frontiera Nord – Rifugio Venini – Monti Galbiga e Crocione “. Proseguire così sino all’Alpe di Lenno (1.495 m) e al Rifugio Venini (1.576 m).
La strada che conduce al rifugio fa parte della Linea Cadorna (nome più popolare della Fortificazione Frontiera Nord) e proprio a pochi metri dal Venini risalendo la cresta che porta al M. Galbiga sono visibili le prime postazioni.
Dal Rifugio Venini è possibile effettuare diverse escursioni:
- Vetta del Monte Galbiga (20′)
- Appostamento Colle di Tremezzo (20′)
- Monte di Tremezzo (40′)
- Monte Crocione (1h)
- Galleria militare (1h e 50′)
- Bocchetta di Nava (2 h e 50′)
La Frontiera Nord in Val d’Intelvi (testo tratto interamente dai pannelli informativi presenti in loco)
Il sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera è un complesso di opere ideato a partire dal 1871 dal Regno d’Italia per proteggere il proprio confine verso la Confederazione Elvetica da eventuali aggressioni d’Oltralpe: per questioni economiche il sistema fu realizzato solo a partire dal 1904 in avanti, mentre il grosso delle opere fu costruito fra il 1916 e il 1917 più che altro per scopi sociali, non essendovi rischi concreti d’invasione. Esso si stende per 280 km dal Monte Dolent allo Stelvio, adensandosi in corrispondenza delle principali vie di penetrazione verso la Pianura Padana.
A nord di Como, la Frontiera Nord risale a quote di media montagna seguendo grossomodo il crinale che, svolgendosi a forma di una grande S, chiude ad occidente la Val d’Intelvi affacciandosi sulla conca di Mendrisio, sul Lago di Lugano e sulla valle di Porlezza. Qui il sistema si articola su 28 appostamenti d’artiglieria numerati da 80 a 107, tutti immancabilmente muniti di panoramici osservatori.
Nel Comasco Intelvese – contraltare orientale del dispositivo dell’Alto Varesotto – l’obiettivo principale era quello di controllare da est il territorio del Canton Ticino con la strada e la ferrovia provenienti dal Gottardo e, in particolare, i punti strategici del ponte di Melide, dello scalo ferroviario di Mendrisio e della dogana di Ponte Chiasso.
Il complesso dell’Alpe di Ponna e dei Monti Galbiga e Tremezzo, con gli appostamenti di artiglieria, gli osservatori e gli accessori del raggruppamento XI (gruppi XL e XLI), costituisce il caposaldo più settentrionale della Val d’Intelvi, destinato a battere la conca di Porlezza, per interdire l’accesso da Lugano a Menaggio ed alla Strada Regina, sino a Como.
La via di accesso al complesso è la bella e panoramica strada militare proveniente da Pigra che, passando per il Rifugio Boffalora, sede del Raggruppamento, tocca l’Alpe di Lenno, sede del gruppo XLI, per raggiungere gli appostamenti una tempo blindati nn. 106 (Galbiga) e 107 (Tremezzo) i cui obiettivi erano il solco tra Porlezza e Menaggio e la Val Sanagra. La strada prosegue aggirando la montagna per raggiungere il fianco del Monte Crocione e scendere, come panoramicissima mulattiera, su Tremezzo, in riva al Lago di Como.
A Boffalora si innesta la strada militare secondaria che da Laino risale il Monte di Ponna toccando gli appostamenti blindati nn. 103 (Cascina Nigavè), 104 (Alpe Foino) e 105 (Alpe di Ponna) del gruppo XL i cui obiettivi erano la Conca di Porlezza con le valli Solda, Civagna e Colla. L’osservatorio in caverna della vetta del Galbiga, cancellato da realizzazioni recenti, era fra i più importanti dell’area, mentre il versante settentrionale di queste montagne è segnato da una successione di più linee di opere campali disposte a mezzacosta, a protezione della soprastante artiglieria.
Il Rifugio Venini Galbiga
Il Rifugio Venini Galbiga ha un origine militare, fu costruito, infatti, nel 1926 come alloggio militare e poi trasformato in rifugio dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Distrutto alla fine della Seconda Guerra Mondiale, venne ricostruito ed intitolato al colonnello Cornelio ed a Corrado e Giulio Venini. Oggi è un luogo di pace e convivialità e Simone Barbetta, l’attuale gestore, è molto attento ad offrire ottimi piatti accompagnati da ospitalità e gusto: ogni angolo del rifugio denota amore, passione e ricerca del bello, dalla scelta delle tende alla candela sui tavoli, giusto per fare un esempio.
Ancor prima di Simone, si viene accolti dalle sue bellissime tre femmine di bracco, le quali hanno occupato a pieno titolo il divano davanti al camino (ovviamente è consentito l’accesso ai cani nel locale interno). Chi riesce a conquistarsi un posto sul divano diventa immediatamente un cuscino per le cagnoline.
Durante la bella stagione, il Rifugio dispone anche di 60 posti tavola esterni oltre che di parecchie sdraio per godersi il sole con vista lago.
Visto che il rifugio aveva appena aperto a fine marzo, che aveva appena nevicato e la giornata non era certo allettante per gli escursionisti, Simone ha avuto tutto il tempo per farci fare un giro per la zona notte al piano superiore (circa 50 posti). Sta ultimando l’imbiancatura e ha appena finito di collocare le luci RGB cangianti perchè “…piacciono tanto ai bambini”.
Concludendo, il Rifugio Venini Galbiga ci sembra un’ottima meta per trascorrere un weekend di pace e tranquillità con la famiglia o con una bella compagnia di amici. Lo segnaliamo soprattutto ai giovanissimi per i costi accessibili. Consigliatissima la polenta uncia con ricetta modificata, (sia aglio che cipolla), la più buona mai assaggiata in giro per rifugi!
GESTORE: Simone Barbetta
TEL. RIFUGIO: 034 456671
TEL. MOBILE: 328 3896336
labibisimonetta@hotmail.com
www.rifugiovenini.it
Posti Letto: 40 Posti Pranzo: 60 Posti Tavola Esterni: 100
Sconti Per Gruppi e Famiglie
Apertura Su Richiesta
Prezzo Mezza Pensione (Dormire + cena + colazione): da 20€ a 37€
Prezzo solo Dormire 10,00 €
Sacco lenzuolo: 5€
E’ un rifugio privato quindi non ci sono sconti ai soci CAI.
Riepilogo del sentiero
Dislivello in salita: 400 m
Dislivello in discesa: 400 m
Distanza: 11 km
Tempo in movimento: 2 h e 45′
Tempo totale con pausa pranzo in rifugio: 5 h
Vuoi ricevere la traccia GPS di questo percorso? Scrivi a oggiescoblog@gmail.com)
Per la foto di copertina si ringrazia Daniela P.
https://www.instagram.com/dani_s_photo
sono stato in collegio 2 anni a San Fedele, e di notte fuggivo coi contrabbandieri a portare la gerla di sigarette. Eravamo un centinaio. I capi erano armati. La paga era a scelta (non sempre): Una stecca di sigarette o stecca di cioccolato svizzero, oppure 8/10.000 Lire assecondo del peso portato. 4 ore di sonno e alla mattina a scuola. Mi mancano quelle passeggiate notturene con le pile… e pisolino sul banco. Che incoscente che ero, ma mi divertiva e mi faceva uscire dalla miseria.
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Che storia! Dobbiamo scriverla e tornare a San Fedele!
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ne avrei tante di storie per i suoi abitanti
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