<<Ah signora mia, non esistono più le mezze stagioni!>>. Nonostante, in città, i frequentatori abituali di ascensori si ostinino a darle per estinte, le mezze stagioni, in montagna, sopravvivono eccome, gettando nello sconforto migliaia di escursionisti. “Troverò neve sul sentiero?”, “C’è rischio di ghiaccio?”, “Dove posso andare per godermi una bella giornata in montagna sentra ramponi e ciaspole?”. Nel dubbio, a cavallo tra febbraio e marzo, orde di escursionisti lombardi si riversano, per esempio, in Liguria e San Fruttuoso è così affollato che sembra di stare al centro commerciale alla vigilia di Natale. Gli escursionisti duri e puri viaggiano anche per 150 km pur di godersi con le ciaspole gli ultimi paesaggi innevati. Ma c’è una via di mezzo tra il Mare e la Val d’Aosta: i laghi. Il microclima mite che caratterizza le sponde dei grandi laghi del nord d’Italia (Maggiore, Como, Iseo, Garda) consente piacevoli passeggiate, in sicurezza, con viste spettacolari. Ma ci sono laghi e laghi. Ci sono quelli noti, come appunto Maggiore, Como, Iseo, Garda, con sentieri ben descritti, ben segnalati e spesso ben serviti dai mezzi pubblici (ad esempio Varenna sul Lago di Como è un po’ la San Fruttuoso della Lombardia) e poi ci sono quelli che nessuno si fila, come il Lago di Lugano, Ceresio per gli antichi romani. Ecco, l’abbiamo fatto noi. Oggi vi accompagneremo alla scoperta della Valceresio, in provincia di Varese, quindi in territorio italiano e, in particolare, vi parleremo dei due monti di Viggiù, il Monte Orsa (998 m) e il Monte Pravello (1.015 m), anche conosciuto con il nome svizzero di Poncione d’Arzo. Essi costituiscono una dorsale collegata in cresta da un percorso escursionistico di grande valenza paesaggistica e storica. Siamo infatti al confine con il territorio elvetico, lungo il quale venne edificato un incredibile sistema di fortificazioni in trincea, gallerie, cunicoli, bunker, potazioni di guardia e mitragliere, facenti parte della cosiddetta Linea Cadorna. Questa linea di sbarramento fu costruita durante gli anni della prima guerra mondiale per prevenire un eventuale attacco della Germania e dell’impero austro-ungarico dalla Svizzera. Sulle fortificazioni del Monte Orsa-Pravello non si sparò mai un colpo, come sugli altri 72 inutili chilometri voluti dal Generale Cadorna. Quello che rimane oggi è un vero parco storico, affascinante e divertente. Fondamentale la pila frontale o una pila generica per attraversare le gallerie.
Ma non è finita qui. Poco più sotto, sul Colle Sant’Elia, la visita ad un sistema abbandonato di spettacolari cave di Pietra di Viggiù, costituisce il complemento finale di una gita perfetta (LEGGI LA DESCRIZIONE DELLE CAVE DI VIGGIU’).
Inquadramento Geografico
Siamo nelle Prealpi Varesine, sottosezione delle Prealpi Luganesi, all’interno della Comunità Montana del Piambello.
Sono solo otto i chilometri che costituiscono l’asse della Valceresio e che separano Induno Olona, a sud, da Porto Ceresio, a nord. La piana di Porto Ceresio è solcata dal torrente Bolletta, uno dei modesti ma numerosi corsi d’acqua che scendono dai versanti montuosi e costituisce lo sbocco della Valceresio sull’omonimo Lago Ceresio (Lago di Lugano). Due dorsali ne delimitano i confini. Sulla sinistra idrografica troviamo il Monte Monarco, Rho, Minisfreddo e Poncione di Ganna, mentre sulla destra idrografica troviamo la dorsale del Monte Orsa-Monte Pravello, sede della nostra escursione. Il confine italo-svizzero passa esattamente sul Monte Pravello. In pratica la Valceresio collega il Lago di Varese al Lago di Lugano.
Il crinale del Monte Orsa-Pravello costituisce un incredibile balcone con vista a sud sulla Pianura Padana e a nord sul Monte San Giorgio (sito UNESCO), sul Lago di Lugano e sulle Alpi Lepontine. Da ovest ad est si può ammirare: il Gruppo del Monte Rosa, il Massiccio del Mischabel, il Passo del Sempione, l’Oberland Bernese e il Gruppo dell’Adula.
Inquadramento Geologico
Per un approfondimento degli aspetti geologici consultate la descrizione dettagliata sul sito della Comunità Montana QUI. Molto sinteticamente la Valceresio è composta prevalentemente da rocce calcaree triassiche-giurassiche, che ne fanno un’importante realtà carsica della provincia di Varese. Alcune di queste rocce, come la famosa Pietra di Viggiù, sono state oggetto di intesa attività estrattiva già a partire dal XII secolo (leggi l’elenco delle Opere realizzate utilizzando la pietra di Viggiù). L’ultimo avamposto calcareo della valle è costituito dal Poncione di Ganna oltre il quale domina il “Granofiro di Cuasso” o “porfido rosso”, formazione litologica cristallina di età Permiana, non aggredibile dalle acque dove il fenomeno carsico è inesistente. Anche il Granofiro di Cuasso, come la Pietrà di Viggù, fu coltivato ed impiegato localmente come pietra da costruzione o, in blocchetti, come materiale per pavimentazioni stradali e cordoli.
L’escursione alle fortificazioni del Monte Orsa e Pravello
Quando andare, da dove partire, in che senso fare l’anello, dove mangiare? Dunque andiamo con ordine. Siamo parlando di 1.000 metri di altitudine, siamo piuttosto bassi, quindi il periodo migliore per visitare le fortificazioni del Monte Orsa e Pravello sono proprio le mezze stagioni perchè in estate fa troppo caldo e in inverno c’è troppa neve. Il verso ottimale in autunno-inverno è il senso orario perchè, accidentalmente, potreste trovare un po’ di neve o ghiaccio nel versante nord, quello da Viggiù al Monte Pravello e, si sa, la neve o il ghiaccio, è meglio affrontarli in salita. Portatevi un paio di ramponcini, utilissimi soprattutto nell’affrontare gli ultimi 150 metri di salita, piuttosto ripidi, verso il Monte Pravello. La sequenza è la seguente:
Parcheggio Sant’Elia (590 m) —> Monte Pravello (1.015 m) –> Fortificazioni della Linea Cadorna –> Rifugio Pravello (951 m) –> Fortificazioni della Linea Cadorna –> Galleria del Monte Orsa –> Parcheggio Sant’Elia (590 m)
Da dove partire e dove parcheggiare? Dovrete un po’ arrangiarvi. Impostate il navigatore a questo indirizzo, denominato su GoogleMaps come “Parcheggio auto per salita Colle S.Elia” e proseguire sino alla palina gialla che indica la mulattiera per il Monte Pravello.
Procedere nel bosco e seguire sempre la palina gialla che indica il Monte Pravello o i bolli gialli sulle rocce, mantenete la direzione principale anche quando vedrete delle deviazioni importanti sulla destra. Arriverete al bivio che precede l’ultimo tratto in salita dove c’è una palina chiarissima, seguite le indicazioni per il Monte Pravello (15′-20′) e non quelle per Besano (1h e 45′) o Monte Grumello (1h e 10′). Questo è il tratto più difficile se c’è un po’ di ghiaccio, portatevi i ramponcini o almeno le bacchette. Tenete duro e in circa 20′ raggiungerete la cima del Pravello.
Avete tre possibilità per la pausa pranzo:
- Monte Pravello: c’è un bel tavolone in pietra con vista sul lago e le Alpi Lepontine;
- Rifugio Pravello: noi lo abbiamo trovato chiuso ed è un vero rebus recuperare un contatto telefonico per capirne il periodo di apertura, il bivacco invernale con stufa, invece, è sempre aperto;
- Monte Orsa: disponibili un paio di tavoloni in legno ma decisamente meno panoramici dei tavoloni sul Monte Pravello.
Scendendo dal Monte Pravello incrocerete subito i camminamenti in trincea, sino alla palina che vi indica il Rifugio, seguitela perchè tutto intorno al rifugio vi sono trincee ed una galleria divertente da percorrere. Ritornate sui vostri passi e raggiungete nuovamente l’asse principare della linea Cadorna. Non abbiate paura di perdervi, esplorate e giocate, al massimo rifugiatevi nella larga mulattiera sulla sinistra se vi sentirete disorientati. Tenete sempre di fronte a voi il Monte Orsa, riconoscibile perchè è una punta con le antenne.
E’ un vero dedalo di scale, ingressi di gallerie, postazioni per mitragliatrici, ma tutto è numerato con dei codici.
Attenzione a non salire sul Monte Orsa e non perchè vi siano particolari controindicazioni, quanto perchè è molto più suggestivo percorrere una lunga galleria che attraversa da parte a parte il monte stesso. La galleria ha due cancellate, una in ingresso ed una in uscita, entrambe aperte. All’interno troverete un complesso sotterraneo di postazioni per l’artiglieria le cui bocche da fuoco sono orientate verso Porto Ceresio e la Svizzera. Curiosi sono i binari metallici graduati per fare ruotare i cannoni a seconda dell’angolo di tiro e i lunghi fori di areazione per scaricare i gas dei cannoni.
Una volta usciti inizia la discesa verso il parcheggio raggiungibile seguendo le indicazioni per Viggiù (circa 40′-45′).
RIEPILOGO DEL SIENTIERO
Dislivello in salita: 500 m
Dislivello in discesa: 500 m
6,6 km
Tempo in movimento: 2 h e 30′
Tempo comprensivo di pausa pranzo e visita delle fortificazioni: 4 h e 30′
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