Triangolo Lariano: il Monte Palanzone (+/- 800m)

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C’è ancora qualcuno che non è salito sul Monte Palanzone? Noi, sino a Sabato scorso, giuro. Nella testa di ciascun escursionista, un bel giorno, si fa largo l’idea che fare un trekking facile, magari sotto casa, senza una vera cima rocciosa da raggiungere o senza la sfida dei mille metri di dislivello, sia da sfigato. Abbiamo tutti un portfolio di gite tappabuchi, quelle che ci teniamo buone per il dopo influenza o per il periodo di recupero dopo una distorsione. E senza mezzi termini, la salita al Palanzone è una di queste. Viene considerata insindacabilmente una gita da pensionati, tuttavia, a causa della nefasta congiuntura economica che ha trasformato il pensionato in una sorta di figura mitologica, decine di escursioni sfigate sono state riabilitate, semplicemente perché i pensionati non esistono più. Battutacce  a parte, vogliamo spiegarvi il motivo del perché anche un escursionista giovane, sano e forte, dovrebbe salire almeno una volta sul Monte Palanzone: il panorama.


DOVE SIAMO?

Siamo nelle Prealpi Lombarde, in provincia di Como, in un vasto territorio definito Triangolo Lariano, per via della forma ben definita dei suoi confini, ossia i laghi Briantei a sud (Annone, Pusiano, Segrino, Alserio e Montorfano) e i due rami del Lago di Como ad est e ad ovest. Il vertice del triangolo è niente meno che Bellagio, “la Perla del Lago di Como”.
Il Triangolo Lariano è l’entry level dell’escursionismo per eccellenza, perchè consente escursioni molto facili, in sentieri puliti, ben segnalati da numerose paline. E’ attraversato da uno spettacolare sentiero panoramico, il Sentiero della Dorsale del Triangolo Lariano, che si snoda per 30 km da Brunate (CO) sino a Bellagio (CO). Molti altri sentieri sono tra i più frequentati e conosciuti dagli escursionisti lombardi.

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Il Monte Palanzone, con i suoi 1.436 m di altitudine è la seconda cima più alta, dopo il Monte San Primo (1.682 m). Può essere raggiunto partendo dalla Coma di Sormano (300 m di dislivello – 1h e 20′), oppure dall’Alpe Vicerè (800 m di dislivello – 2 h). Partire dall’Alpe Vicerè è la scelta più sensata da fare in inverno perché il sentiero guarda interamente a sud, quindi difficilmente si incontrano tratti ghiacchiati.
La prima parte del sentiero si sviluppa tutta nella Riserva naturale parziale geologica, idrogeologica e paesistica della Valle Bova. Questa piccola riserva racchiude delle vere chicche. Qui nidifica, infatti, il falco pellegrino. Ma non solo. Nella Riserva, caratterizzata da estesi affioramenti di rocce carbonatiche, per lo più “Maiolica” (formazione sedimentaria di origine marina depositata sul fondo di un antico oceano durante l’ultimo periodo dell’era Mesozoica, il Cretaceo), è diffuso il fenomeno del carsismo, con il complesso di grotte dell’Alpe del Vicerè esteso per oltre 7 km. La grotta più famosa è il Buco del Piombo, nella quale sono stati rinvenuti notevoli resti fossili di Ursus spelaeus,oltre che importanti reperti archeologici di rilevanza preistorica e storica. Notevole è anche l’Orrido di Caino, una gola posta nella parte più interna della valle Bova, un tempo raggiungibile attraverso il Sentiero delle Scale (una di ferro ed una di legno), oggi ahimè totalmente inagibili (aggiornamento a gennaio 2019).
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DESCRIZIONE DEL SENTIERO

Alpe del Vicerè (900 m) –> Rifugio Cacciatori –> Capanna Mara (1.125 m) –> Bocchetta di Lemna (1.167 m) –> Pizzo dell’Asino (1.272 m) –> Bocchetta di Palanzo (1.210 m) –> Monte Palanzone (1.436 m) –> Rifugio Riella (1.285 m) –> Bocchetta di Palanzo (1.210 m) –> Bocchetta di Lemna (1.167 m) –> Capanna Mara (1.125 m) –> Alpe del Vicerè (900 m)

L’Alpe del Vicerè è raggiungibile da Albavilla (CO), comodamente in auto (parcheggi disponibili e a pagamento solo in primavera ed estate). All’Alpe Vicerè esistono diversi ristoranti per cui si riesce a fare una bella colazione prima di incamminarsi.
Occorre seguire le indicazioni per Rifugio Cacciatori (10′), Capanna Mara (1h) e Monte Palanzone (2h e 10′).

Si procede prima su asfalto e poi su comodo sterrato, senza sorprese, sino alla Capanna Mara (1.125 m) dove, volendo, ci si può fermare a pranzare se la voglia di camminare vi è passata. No dai, non scherziamo, vi concedo al massimo una sosta caffè.

Ancora 5 minuti di salita e verrete ripagati della “fatica” della prima ora di passeggiata. Siete infatti arrivati alla Bocchetta di Lemna (1.167 m), godetevi il panorama sulla Valle Bova che sfuma, tra la nebbia, verso i laghi Briantei e la pianura.
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Dalla Bocchetta di Lemna in poi comincia la Dorsale del Triangolo Lariano. Dovrete affrontare un tratto che guarda a nord, ghiacciato per gran parte dell’inverno, quindi portatevi per sicurezza le bacchette se siete un po’ imbranati sul ghiaccio.
Dai, ancora qualche passo per raggiungere il bivio alla base del Pizzo dell’Asino (1.272 m) dove avete due possibilità: 1) prendere il sentiero che sale a sinistra “Dorsale per Cresta” e raggiungere il Pizzo in 15′ e da qui scendere verso la Bocchetta di Palanzo (1.121 m); 2) oppure prendere il sentiero a destra, che si mantiene basso, e raggiungere direttamente la Bocchetta di Palanzo (1.121 m) in 25′. Ovviamente il mio consiglio è di salire sul Pizzo dell’Asino ma se siete in deficit di energie risparmiatele per la dura salita al Palanzone (mancano ancora 50′). Mentre decidete, voltatevi e godetevi il primo e vero panorama sul Lago di Como e sull’arco alpino (fino al Monviso, pazzesco!).

Eccoci, quindi alla Bocchetta di Palanzo (1.210 m). Guardate che poesia di panorama.img_20190126_110125
Visto il Resegone? Bene, perchè ora dovete salire a testa bassa, senza voltarvi sino al prossimo bivio. Sì lo so, in questo trek bisogna prendere svariate decisioni, ma seguite noi e vi divertirete.
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La prossima decisione da prendere non è così scontata, dipende dalle condizioni fisiche con cui arrivate al bivio: 1) salire per 30′ fino in cima al Monte Palanzone (1.436 m); 2) proseguire verso sinistra e in 15′ arrivare al Rifugio Riella (1.285 m) dove riempirvi la pancia di polenta. Il Palanzone è un panozzo spelacchiato eppure, alla faccia del sentiero per pensionati, vi farà sputare l’anima, sbirciate il profilo altimetrico alla fine della pagina e guardate pure la foto ridendo, ne riparliamo dopo.
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Va beh, l’ho fatta tragica ed infatti a nessuno di voi è venuto in mente di rinunciare alla cima del Palanzone. Cosa aspettarsi una volta arrivati lassù? Una curiosa cappella di vetta a forma di obelisco, edificata nel 1900 a cura del Circolo Alessandro Volta di Como ed una vista panoramica a 360° su Prealpi, Alpi ed Appennino.

E’ ora di scendere al Rifugio lungo la direttissima. Appena oltrepassato il cancelletto della Cappella, infatti, un ripido sentiero sulla destra vi condurrà al Rifugio Riella (1.285 m), ma attenzione, probabilmente è ghiacciato. In caso di ghiaccio, ritornate al bivio da dove siete arrivati e proseguite in piano verso il Rifugio.
Il Rifugio Riella è un comodo rifugio a quota 1.285 m, dog friendly, quindi il vostro cane potrà riposare sotto al tavolo con voi mentre consumate il pranzo. E che pranzo! Porzioni ottime ed abbondanti.

A questo punto non avrete che da ripercorrere i vostri passi sino all’Alpe Vicerè, tagliando fuori, ovviamente, il Pizzo dell’Asino.


RIEPILOGO DEL SIENTIERO

Quota di partenza: 900 m
Quota massima: 1.436 m
Dislivello in salita e discesa (comprensivo di saliscendi): 810 m
11,7 km
Tempo in movimento: 3 h
Tempo con soste e pausa pranzo in rifugio: 5 h

Vuoi ricevere la traccia GPS di questo percorso? Scrivi a oggiescoblog@gmail.com
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DOVE MANGIARE

Capanna Mara
Via Capanna Mara, 1, 22036 Erba CO
Telefono: 392 892 6865

Rifugio Angelo Riella
22020 Faggeto Lario CO
GESTORE: Marco Brenna
TEL. RIFUGIO: 031378600
TEL. PRENOTAZIONE: 031378051
TEL. MOBILE: 3289391022
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