Il meteo preannuncia un calo termico quindi alle 7 del mattino di Domenica, ancora in mutande, scatta la domandona: “Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento”. Eh no, niente a che vedere con l’organizzazione e la strategia del partito rivoluzionario del proletariato di Lenin, dobbiamo solo decidere se indossare i pantaloni lunghi o i calzoncini corti, perché “fare movimento” al caldo o al freddo fa la differenza in montagna. Vada per i calzoncini corti, al massimo il freddo ci temprerà anima e corpo. Appuntamento con gli amici in val Seriana a Gromo per la colazione e per dar modo ai tre cani di riconoscersi con l’annusatina d’ordinanza ai reciproci fondoschiena. Oggi si fa un giro ai laghi del Cardeto, nelle Orobie Bergamasche.
Impostiamo sul navigatore la Chiesa della S.S. Trinità a Ripa di Gromo assolutamente convinti di trovare parcheggio, ma salendo qualche sospetto ci viene. Ogni cascina è dotata di sbarre e cartelli di divieto di sosta come ad impedire un’orda di parcheggi selvaggi degli escursionisti. Butta male e, infatti, dopo numerosi tornantini, superiamo la chiesetta, arriviamo alla frazione Le Maschere e la strada finisce con un piccolo parcheggio stracolmo. Quando nel mondo si parla del genio creativo italiano, in realtà ci si riferisce ad un’innata arte del sapersi arrangiare per poter sopravvivere in un belpaese complicato. Pur di evitare decine di metri di dislivello troviamo la soluzione: <<Fabio…molliamo un deca ad un contadino per parcheggiare le auto nell’aia>>. Facciamo dietro front e pochi metri oltre imbocchiamo una stradina in salita fino alla casa del contadino sorteggiato, insistiamo per infilare il deca nel suo taschino e lasciamo le auto al sicuro ma, soprattutto, all’imbocco del sentiero CAI 233 a 1.000 m di altitudine. Non è culo, è intraprendenza.
Saliamo nel bosco e dopo 10 minuti siamo già pezzati. Ma come? E il calo termico? Non c’è una nuvola e fa un caldo afoso estivo che manco a Milano in agosto. Fortuna che siamo in calzoncini. Il peggio arriva dopo 500 m di dislivello quando, usciti dal bosco, il sole arroventa il suolo e i cani procedono con la lingua di fuori. Tra l’altro oggi ci accompagna Guinness, un Beagle anziano di 15 anni, probabilmente alla sua ultima escursione (il veterinario ha detto STOP, troppa artrosi). A 1.600 m ecco la palina che ci da i tempi di percorrenza: solo 15′ al Lago Basso (1708 m). Siamo in un bel circo glaciale, arricchito da tre laghetti, posizionati a quota progressiva. A far da contorno il Monte Madonnino (2.501 m), separato dal Monte Reseda (2.381 m) dal Passo di Portula (2.278 m). Immaginate un ventaglio di piana umida, dai caldi colori, con al centro la Baita di Monte Cardeto Bassa, attraversata dai rii emissari dei laghetti, e più sotto il balzo di quota glaciale con la cascata. Uno spettacolo. Una volta questo era un alpeggio, poi le rigide regole comunitarie hanno progressivamente causato l’abbandono dell’allevamento dei bovini o almeno così ci ha raccontato il contadino del parcheggio. Pare che la Guardia di Finanza sia arrivata sin qui a multare e chiudere attività tramandate da padre in figlio. La Comunità Europea sta vagliando di chiudere i rubinetti e la prossima mannaia ricadrà sull’agricoltura di montagna. Amare considerazioni in una giornata perfetta.
Non trovando alcun riferimento all’apertura della Baita Cardeto diamo per scontato che sia chiusa, quindi facciamo sosta per il pranzo al sacco al Lago di Mezzo (1.798 m), così diamo il tempo a Guinness di riposare e a Yuma e Lea di divertirsi con i pesciolini del lago. Guinness pare in forma e abbiamo l’ok della sua mamma a proseguire per chiudere il giro dei laghi, quindi saliamo anche al Lago Alto (1.862 m). Poco prima di raggiungere la Baita di Monte Cardeto Alta (1.940 m) incrociamo una coppia allegra che sta compiendo il giro in senso opposto e ci decanta i pizzoccheri mangiati alla Baita. Pessimismo e fastidio. Ma come, è aperta? Siamo in 5 e a nessuno è venuto in mente che si potesse pranzare alla baita. Che cialtroni. Scendiamo cercando almeno di trovare il lato positivo: presto ci faremo una birra.
La Baita Cardeto è un luogo delizioso che può ospitare a tavola una ventina di persone e a dormire molte meno, è gestita dai volontari di Cardeto Solidale, quindi spesso aperta, ma a volte chiusa. Info e prenotazioni ai numeri Giovanni 347-8417335 e Pino 338-2193131. Email info@cardetosolidale.it. Purtroppo non abbiamo pranzato ma se cucinano come preparano la crostata noi la consigliamo caldamente!
E come è finita con Guinness? Mancavano ancora 2,5 km e 500 metri di dislivello quando il vecchietto si è sdraiato in mezzo al sentiero senza aver alcuna intenzione di alzarsi. La storia di oggi finisce, quindi, con una staffetta di 500 metri a testa con un beagle di 13 kg caldo e peloso sul collo, stile pastorello del presepe. Ma, tranquilli, Guinness è arrivato a casa sano, salvo e felice della sua ultima avventura in montagna!
Dislivello: 933 m
12,4 km
25.000 passi
Tempo in movimento: 4 h
MAPPA DEL PERCORSO
Andate sul Geoportale del CAI di Bergamo per vedere il profilo altimetrico ed aprire e scaricare la mappa di questo e di altri sentieri orobici (stampa PDF). Clicca QUI
Vuoi ricevere la traccia GPS di questo percorso? Scrivi a oggiescoblog@gmail.com
One Reply to “Orobie Bergamasche: il giro dei laghi di Cardeto (+/-930m)”