Tra la Val di Scalve (BG) e la valle di Lozio, breve ramo laterale della Val Camonica (BS), si sviluppa la dorsale calcareo-dolomitica triassica del Gruppo Camino-Concarena. La somiglianza sia petrografica che morfologica con le ben più note Dolomiti consente di parlare di Piccole Dolomiti Scalvine, una vera emergenza del Parco delle Orobie Bergamasche.
Di queste, la vetta sicuramente più significativa è proprio la meta della nostra escursione: il Cimone della Bagozza (m. 2.409), riconoscibile da lontano per l’inconfondibile Torre Nino, la guglia prospicente il Cimone, separata dal corpo principale da un’angusta forcelletta rocciosa.
Guglie e forme rocciose slanciate e strapiombanti caratterizzano tutte le grandi pareti rocciose di questo gruppo montuoso, a partire dal Pizzo Camino Camuno (m. 2.491) sino alla Cima della Bacchetta della Concarena (m. 2.549) la quale segna anche il confine tra le Orobie bergamasche e le Alpi Retiche bresciane. La Concarema, ricordiamolo, era anche uno dei due monti sacri dei camuni, insieme al Pizzo Badile Camuno.
Dalla cima del Cimone della Bagozza, il panorama è mozzafiato: Cima Mengol (m. 2.421) e Casse Larghe (m. 2.388) verso nord, la Concarena con Cima Bacchetta verso est, Cima Crap verso sud, le Alpi Orobie verso ovest. Ed oltre, il lontano Bernina verso nord ovest e il lontano gruppo dell’Adamello verso nord est.
Questa escursione estiva di 920 m di dislivello, è impegnativa ma non quanto si possa immaginare osservando la flebile traccia che serpenteggia lungo il ghiaione della via normale. Lo dimostra il fatto che noi siamo arrivati in cima con un piccolo jack russel. Ma alcuni aspetti non vanno sottovalutati per cui cercheremo di elencarvene qualcuno:
Il ghiaione: dopo il primo tratto semplice e bucolico lungo la sterrata della splendida Conca dei Campelli, dopo aver attraversato la depressione del laghetto dei Campelli e le succesive antiche morene ormai colonizzate dalla vegetazione e, infine, il vallone di bosco rado, il tratto più impegnativo da affrontare è quello centrale, cioè dalla base del ghiaione al Passo delle Ortiche (m. 2.292), oltre il quale il sentiero è consolidato e di impegno medio. Il versante che guarda a nord, scarica parecchio materiale durante l’anno, per cui non esiste un vero e proprio sentiero fisso nel tempo, tanto che non troverete nè bolli biancorossi nè ometti ed ogni anno la traccia a zig zag varia in funzione dell’accumulo o dello scarico. Alcuni anni, la traccia è ben visibile, altri, come in questo 2020, è pericolosamente ingannevole, tale da spingere gli escursionisti verso il canalino di destra, molto ripido, molto instabile, con rovinose cadute di sassi potenzialmente gravi per gli escursionisti sottostanti. Occorre procedere con cautela ed esperienza per non provocare incidenti, mentenendosi il più possibile sulla sinistra del ghiaione. Fondamentali sono:
- scarponi solidi: preferibilmente con protezione della caviglia perchè il piede in discesa affonda tra sassi spigolosi fin sopra la caviglia;
- bastoncini da trekking: sia in salita per via del ghiaione instabile, che in discesa dove procedere velocemente con baricentro basso, come sciando;
- casco: non l’abbiamo portato ma, col senno del poi, meglio indossarlo se già ne possedete uno per via dello scarico di pietre causato dagli escursionisti che vi precedono;
- acqua: almeno 1 litro e mezzo perchè non c’è acqua su tutto il tragitto e, in caso di ritardo della partenza mattutina, potreste ritrovarvi, in estate, a risalire una graticola, comunque scontata in discesa in caso di sole.
Le roccette: si risale, come anticipato, il tratto più impegnativo, cioè quello del ghiaione. Al termine di questo, per raggiungere il Passo delle Ortiche (m. 2.292), occorre superare un terzo tratto medio-impegnativo, costituito da facili roccette, dove occorre avere le mani libere. Richiudete, quindi, i bastoncini non appena avrete trovato un punto comodo e stabile al termine del ghiaione (noi li abbiamo solo accorciati e trascinati fino al passo). Chi si è avventurato fin qui con il cane, metta in conto di doverlo aiutare nella progressione. Anche in questo caso occorre molta cautela per non smuovere le pietre (controllate i movimenti del cane!).
Dal Passo delle Ortiche alla cima: è incredibile come la morfologia cambi completamente ed il sentiero divenga di impegno medio. Si procede, quindi, sulla destra lungo una costa erbosa con facili roccette in 20′. Il messaggio è: non fatevi prendere dallo sconforto prima del Passo perchè il più della fatica è fatto!
Orario di Partenza estivo: il grosso dell’itinerario è esposto a nord, il che facilita la salita, in quanto prevalentemente in ombra sino alle 10.00-10.30, orario in cui comincia ad illuminarsi il Passo delle Ortiche. Finendo nel difficile canalino di destra, abbiamo tardato molto l’arrivo al passo e siamo stati costretti a concludere il tratto impegnativo completamente al sole con 30° e non è stato piacevole. Siamo partiti dal Rifugio Cimone della Bagozza alle 7.45 e, comunque, non è stato sufficiente per sfruttare l’ombra. Dovete mettere in conto anche le eventuali soste per permettere agli escursionisti che vi precedono di concludere i tratti di sfasciume con scarico di pietre. Quindi il consiglio che vi diamo è di mettervi in marcia verso le 7.00 in estate e, comunque, non oltre le 7.30. Vi diamo i tempi di percorrenza di due escursionisti normodotati con cane così vi sapete regolare:
- Da Rifugio Cimone della Bagozza alla base del ghiaione: 1 h
- Dalla base del ghiaione al Passo delle Ortiche: 1 h e 40′ (con imprevisti)
- Dal Passo delle Ortiche alla cima: 20′
- Dalla cima al Rifugio Cimone della Bagozza: 2 h (con sosta bagno per il cane nel laghetto)
Meteo: siamo in ambito prealpino dove il calore della pianura può dare un’accentuata instabilità atmosferica. Al primo cenno di nebbia tornate immediatamente indietro perchè la traccia del sentiero è appena percepibile. Partendo presto al mattino, dovreste riuscire ad evitare le perturbazioni quotidiane tipiche dei pomeriggi scalvini.
Il parcheggio: località Cimalbosco (m 1.550)
Lasciato l’abitato di Schilpario (BG), si prosegue verso il Passo del Vivione lungo la provinciale 294, che diventa via via sempre più stretta e tortuosa, un susseguirsi di tornanti dove è difficile il passaggio di due automobili contemporaneamente, a cui si aggiungono le moto e i ciclisti. In verità è un percorso molto bello nel bosco, semplicemente è da evitare nelle ore di maggiore affluenza. Il consiglio che vi diamo è di partire prestissimo in modo da non incrociare nessuno. Svariati posti auto sono disponibili lungo la strada tra il Rifugio Bagozza e La Baracca. Il sentiero parte proprio dalla bacheca in legno posta lungo la curva.
Tappe del percorso
1° PARTE
Loc. Cimalbosco (m. 1.550) –> sentiero 428 –> Pietra con la Madonnina –> deviazione per sentiero 417 –> Laghetto di Campelli ** (m. 1.680) –> Passo delle Ortiche (m. 2292) –> Cimone della Bagozza (m. 2.409)
** E’ possibile arrivare al Laghetto dei Campelli lungo una deviazione che evita il tratto sulla sterrata ma richiedeteci la traccia GPS per non perdervi (non c’è segnaletica se non alcuni bolli biancorossi)
2° PARTE
Ripercorrere il sentiero dell’andata
1° PARTE: dalla Loc. Cimalbosco (m. 1.550) al Cimone della Bagozza (m. 2.409)
Appena sotto al Rifugio Bagozza, una bacheca in legno riporta la mappa della zona. Alla destra della bacheca, una palina segnaletica indica il sentiero 428 in direzione Passo Campelli (1h e 10′), Rifugio Campione (1h e 30′) e Cimone della Bagozza (2h e 30′) Seguitela.
Trattasi di una strada sterrata che attraversa la bella Conca dei Campelli.
Superate la deviazione per il M.te Gardena (1h e 30′) e, poco più avanti, per il Passo Valzellazzo (2h).
Proseguendo, incrocerete presto un ricovero per animali sulla sinistra. In corrispondenza di questa struttura, parte la deviazione per il Laghetto di Campelli che vi consentirà di evitare un po’ di sterrato noioso. Prestate attenzione ai bolli biancorossi ed in caso di dubbio, ai bivi, mantenete la sinistra.
Se non volete preoccupazioni, continuate sulla strada sterrata sino ad una roccia bianca con in cima una Madonnina. Proprio in questo punto parte il sentiero 217 per il Laghetto. Il tratto per raggiungere il laghetto dura pochi minuti.
Sulla destra del lago continua la traccia del sentiero 217 che da lì a poco incrocia, sulla destra, il sentiero che arriva dalla deviazione descritta sopra. Proseguire dritto, attraversare le morene ormai colonizzate dalla vegetazione e, infine, un vallone di bosco rado che si conclude alla base del ghiaione. La flebile traccia del sentiero che attraversa il ghiaione è ben visibile a occhio nudo.
Proseguire cercando di mantenervi il più possibile sulla sinistra in modo da ridurre la pendenza ed evitare, soprattutto, il ripido, instabile canalino di destra. Procedere sul ghiaione e poi sulle roccette finali facendo attenzione a non scaricare pietre sugli escursionisti sottostanti. Si arriva così al Passo delle Ortiche (m. 2.292) in 2h / 2h e 30′ a seconda del proprio passo. Spettacolare la prospettiva sulla Torre Nino (è stata battezzata col vezzeggiativo “Nino” del sottotenente Francesco Coppellotti, volontario degli alpini, caduto sul campo dell’onore nella zona di Tolmino il 4 novembre 1915).
Al Passo delle Ortiche (m. 2.292) il tracciato si normalizza e procede su una costa erbosa con facili roccette e rara esposizione in appena 20′. Una croce vi segnalerà l’arrivo sul Cimon della Bagozza (m. 2.409). Godetevi il panorama a 360°
2° PARTE: dal Cimone della Bagozza (m. 2.409) alla Loc. Cimalbosco (m. 1.550)
Ripercorrere il sentiero dell’andata.
Buona avventura e fateci sapere come è andata: Saluti dal Paradiso!
PS: Come premio bevetevi una bella birra Concarena presso La Baracca a Cimalbosco. Ne vale la pena!
Dati riepilogativi del sentiero
Punto di partenza: Loc. Cimalbosco (BG)
Punto di arrivo: Cimone della Bagozza
Quota minima: 1.550 m
Quota massima: 2.409 m
Dislivello: +/- 920 m
Distanza: 7,2 km
Percorso: andata e ritorno per lo stessosentiero
Tempo in movimento: 2h e 37′ (A/R)
Tempo con le soste: 6h 45′ (A/R)
Pranzo: La Baracca
Per ricevere la traccia GPS scrivete a oggiescoblog@gmail.com. Attenzione: abbiamo lasciato anche la traccia del sentiero dell’andata dove abbiamo sbagliato direzione, dirigendoci verso il canalino di destra, in modo che sappiate dove NON ANDARE. Utilizzate la traccia del ritorno (quella a sinistra) per salire in sicurezza.
Sul Geoportale del CAI di Bergamo è possibile verificare il profilo altimetrico ed aprire e scaricare la mappa di questo e di altri sentieri orobici. Cliccare QUI
Dove mangiare e pernottare
RIFUGIO CIMON DELLA BAGOZZA
24020 Schilpario BG
Telefono: 0346 56300 – 3493016270
Pagina Facebook
Profilo Instagram
Posti Letto: 20 – Posti Pranzo: 35 – Posti Tavola Esterni: 25 – Posti Locale Invernale: 20
LA BARACCA
SP294, 24020 Schilpario BG
Cellulare +39 328 301 6639
Altre escursioni in Val di Scalve
- La val di Sclave e la miniera Gaffione – agosto 2019
- Escursione al Passo dei Campelli (+/- 400 m)– giugno 2020
- Escursione al Passo del Vivione (+/- 500 m) – agosto 2020
- Escursione al Passo di Valzellazzo (+/- 620 m) – luglio 2020
- Escursione al Cimone della Bagozza (+/- 920 m) – agosto 2020
Ottime recensioni …precise e esaustive !
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Ti ringraziamo Lucio, siamo fermi con gli aggiornamenti perchè il covid ci ha privato di persone care e ci stiamo ancora riprendendo, ma torneremo sui monti, continua a seguirci 🙂
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