Lario: l’antica strada Perledo-Esino. Quando sugli accordi vigilavano oltre ai notai pure i santi (+/- 860m)

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Il team di OggiEsco, in compagnia degli amici di Pimpa Trek, è stato nel Parco Regionale della Grigna Settentrionale e per l’esattezza nella Val d’Esino, una fertile valletta, con una buona esposizione al sole tutto l’anno, situata tra la Valsassina e il Lago di Como. L’ottima esposizione conferisce a questo territorio un piacevole microclima che lo rende idoneo alla coltivazione dell’olivo. E’ facile intuire, quindi, come sia ideale anche per le passeggiate invernali. Ecco come è andata.
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Il comune più alto della valle è Esino Lario, nato nel 1927 dalla fusione di Esino Inferiore con Esino Superiore (vicinissimi ma separati da ben 200 m di dislivello). E’ collocato in una conca morenica aperta, soleggiata ma isolata, tanto che dal paese non si vedono altri comuni né si sentono le loro campane. Esino Lario viene considerata “La perla delle Grigne” ed è stata per anni meta ambita di vileggiatura per l’aria buona, come si diceva una volta. Nella parte inferiore, la valle si restringe sino al Lago di Como, dove si trovano gli altri due comuni della valle, Varenna e Perledo. Un’antica strada collegava Esino Superiore (mt. 913) a Perledo (mt. 395) e da qui, lungo il Sentiero del Viandante, era possibile raggiungere Milano, Colico e la Svizzera.
Immaginate quanto potesse essere conteso nei secoli passati un territorio con queste caratteristiche: buona esposizione al sole, microclima mitigato, posizione panoramica, ottima logistica. Si facevano guerre per molto meno. E infatti.
Siamo intorno alla fine del 1500 e gli abitanti di Perdedo ed Esino Lario se le cantano e se le suonano per rivendicare anche solo un metro in più di confine. E’ la solita rivalità tra vicini, come se ne ricordano tante nei secoli lungo tutta la nostra penisola, isole comprese. Nel 1614 si chiude la trattativa che porta a definire il confine ancora in essere. Da Esino Inferiore arriva il Notaio Abate Porfirio Arrigoni (noi ce lo immaginiamo un po’ come l’Azzeccagarbugli del Manzoni), il quale certifica l’atto redatto sotto giuramento delle rispettive Parrochie, che, per sicurezza, tirano in ballo anche i rispettivi santi: San Vittore (Esino Superiore) e San Martino (Perledo). Ad identificare il confine viene, così, costruito, un Gesuolo del Crocifisso presidiato dall’effigie dei due santi a protezione dei viandanti di entrambi i borghi che percorrevano l’antico tracciato. L’Antica strada di Perledo Esino è stata abbandonata nel corso della prima metà dell’Ottocento ed il Gesuolo è finito ridotto in macerie, tuttavia, sia l’antica strada che il Gesuolo, sono stati recuperati da dei volontari a partire dal 2005. L’inagurazione è avvenuta il 14 agosto 2009. Durante i lavori è stato rinvenuto il “termine di confine”, una pietra recante la data del 1792 ed il nome dei due comuni confinanti CP (Comune Perledo) CES (Comune Esino Superiore). Oggi è visibile sul muro del Gesuolo.
La meta del nostro trek è proprio il Gesuolo del Crocifisso che con il suo tetto protegge ancora oggi gli escursionisti dalla pioggia e con la sua fonte disseta i viandanti diretti ad Esino Lario. Il Gesuolo è il punto migliore per fare la pausa pranzo al sacco.
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PARTENZA DEL SENTIERO

Varenna è ben servita dai treni ma noi ci spostiamo in auto per via del cane. Il parcheggio a Varenna è problematico, soprattutto nella bella stagione, per cui evitate l’auto se non è strettamente necessaria. Esistono parcheggi e rimesse a pagamento ma sappiate che le tariffe sono impegnative (un’intera giornata può costarvi 10-15 euro). Noi abbiamo trovato un parcheggio libero in via Imbarcadero QUI. Il sentiero si prende qualche metro più in là, ma non prima di aver fatto la colazione di rinforzo al Bar Hotel Beretta all’angolo tra via Venini e via per Esino. Dal bar occorre percorrere per qualche metro il marciapiede di via Venini in direzione Lecco sino alla palina sulla sinistra che indica il Castello di Vezio/Perledo.


PERCORSO

Prima parte: Varenna (206 m) –> Vezio (344 m) –> Orrido/Mulino di Vezio (282 m) –> Cappella di Campallo (333 m) –> Perledo (500 m ca) –> Chiesa di San Martino (596 m) –> Gesuolo del Crocifisso (788 m)

Seconda parte: Gesuolo del Crocifisso (788 m) –> Croce di Bologna (805 m) –> Bologna (640 m) –> Gisazio (540 m) –> Bosco delle Streghe –> Podere Tondello (410-460 m) –> Regolo –> Stazione di Varenna (224 m)


VEZIO, IL SUO CASTELLO E LA CHIESA DI SAN ANTONIO ABATE

Il caratteristico borgo di Vezio si raggiunge in circa 20′ di cammino. Lungo il sentiero troverete una fonte per fare il cambio borraccia e per far abbeverare i cani. Arrivati a Vezio, per proseguire dovreste prendere la deviazione sulla sinistra che indica il Sentiero del Viandante/Perledo, ma è un vero peccato non spendere un quarto d’ora in più per visitare il borgo dalle caratteristiche case in pietra, la Chiesa di San Antonio Abate e, naturalmente, il Castello di Vezio, eretto mille anni fa dalla regina longobarda Teodolinda.
ATTENZIONE: il Castello è aperto dal primo sabato di marzo al primo novembre ed è chiuso in caso di pioggia. L’accesso è vietato ai cani per via della presenza all’interno di una falconeria. Per informazioni sul castello e sugli spettacoli di falconeria consultate il relativo SITO WEB.


IL TORRENTE ESINO, L’ANTICO MULINO E L’ORRIDO DI VEZIO

Dopo il tour del borgo di Vezio, ritornate sui vostri passi, sino al crocevia e qui seguite l’indicazione per il Sentiero del Viandante/Perledo che, in discesa, vi porterà rapidamente al ponte in pietra sul torrente Esino, dove è ancora visibile l’antico mulino del ‘500, utilizzato per secoli per macinare farina bianca, gialla e di castagne degli agricoltori locali. I macchinari ancora conservati all’interno sono del 1880 e sono rimasti attivi sino al 1950 (Lecconotizie.com). Per gli amanti del canyoning consultare la scheda dell’Orrido di Vezio che si intravvede dal ponte.


LA CAPPELLA DI CAMPALLO, IL PAESE DI PERLEDO E LA CHIESA DI SAN MARTINO

Dopo il ponte in pietra salite sino alla strada asfaltata, dove una serie di paline segnaletiche (destra, sinistra, destra) vi indicheranno la direzione per Esino, sino alla Cappella di Campallo, riconoscibile per il caratteristico portico e per il color salmone.
A questo punto svoltate a destra ed attraversate gli uliveti fino alle prime case di Perledo e poi alla Chiesa di San Martino, dal cui sagrato di gode una vista splendida sul lago. Accerchiate la chiesa sulla destra, portandovi sul retro, da cui è possibile ammirare anche il notevole campanile romanico.


IL GESUOLO DEL CROCIFISSO

Oltrepassato il campanile, poco più avanti, una palina vi guiderà verso destra, portandovi fuori dal paese lungo una mulattiera che termina sulla strada asfaltata. Qui potreste essere tratti in inganno dalla palina che indica un ripido sentiero per Bologna (40′), una sorta di direttissima che però taglia fuori l’antica strada Perledo-Esino e il Gesuolo, meta della nostra escursione. Quindi ignorate quella palina e percorrete 180 metri di asfalto sulla destra sino ad un’altra palina che, sulla sinistra, vi porterà finalmente sull’antica strada Perledo-Esino. Trattasi di un comodo e largo sentiero, con una pendenza dolce, che taglia a mezza costa la sponda destra della val d’Esino sino al Gesuolo del Crocifisso dove fare pausa pranzo (ricordatevi che, per distinguere la destra dalla sinistra orografica, dovete dare le spalle a monte e guardare a valle).


LA SECONDA PARTE DEL SENTIERO

Il Gesuolo del Crocifisso è un po’ la cuspide del nostro sentiero, è come fare il giro di boia. A questo punto si torna indietro di qualche decina di metri sino al bivio dove seguire le indicazioni per Croce di Bologna/Bologna/Agueglio. Vi toccherà fare un “su e giù” con la pancia piena, fatevene una ragione.  Superata una bella sorgente (nel nostro caso in secca per la siccità), arriverete rapidamente al bivio della Croce di Bologna (non c’è nessuna croce, solo una palina). Da qui si gode un bellissimo panorama sul Lago di Como.

Ignorate il sentiero che sale per Agueglio mentre seguite quello in discesa per Bologna. Dovrete farvi, questa volta, un “giù e su”. Arrivati alla zona urbanizzata di Bologna, abbandonate le indicazioni per Perledo/Vezio/Varenna e seguite quelle per Gisazio/Albiga/San Defendente. All’area del parcheggio passate davanti al pannello in legno del “Parco Regionale della Grigna Settentrionale”, proseguite dritti sulla strada asfaltata, superate una brutta cappella color rosso amaranto, ignorate la palina con le indicazioni verso destra per Albiga/Monte San Defendente e scendete a sinistra in direzione Gisazio, prima sulla strada asfaltata e poi su mulattiera. Arrivati al paesino di Gisazio, attraversatelo e proseguite in discesa lungo via per Gisazio per qualche decina di metri sino ad un ponticello, sulla sinistra, identificabile dalla palina con le indicazioni per il Bosco delle Streghe/Perledo/Varenna. Si attraversa il bel bosco sino ad una cappella dove, deviando a destra, si scende ripidamente in direzione di Regolo/Varenna/Vezio. Passerete tra gli oliveti del Podere Tondello, poi a lato della chiesa di Regolo e da qui, alternando strada asfaltata e sentierini, si raggiunge la Stazione di Varenna. Prendete la strada di fronte alla stazione, poi le scalette sulla sinistra e, in pochi minuti arriverete al parcheggio di via Imbarcadero.


RIEPILOGO DEL SENTIERO
Dislivello in salita: 860 m
Dislivello in discesa: 860 m
11,5 km
Tempo in movimento: 3 h e 45′
Tempo con soste e pranzo: 5 h e 30′

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DOVE MANGIARE
Pranzo al sacco

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