“Su per detto fiume (la Mera) si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere…”. Così Leonardo da Vinci, trovandosi a passare per “Valle di Ciavenna”, descrisse le due cascate dell’Acquafraggia, impressionato per bellezza e potenza. Il viandante moderno non può che esprimere la medesima meraviglia di Leonardo di fronte a questa incredibile emergenza naturalistica. Siamo all’imbocco ovest della Val Bregaglia, a Borgonuovo di Piuro (SO), a poca distanza da Chiavenna (SO). Qui, le acque del torrente Acquafraggia si raccolgono nel Lago dell’Acqua Fraggia (m. 2.043) a partire dal Pizzo di Lago (m. 3050), compiono un primo salto altimetrico intorno ai duemila metri ed un secondo intorno ai mille, in corrispondenza del ripiano di Savogno e Dasile, per poi cadere vigorosamente a valle con una serie di cascate, di cui quelle più in basso e visibili da lontano, sono solo le più suggestive. Si capisce così l’origine del nome Acquafraggia, da “aqua fracta”, cioè torrente continuamente interrotto da cascate. Le cascate rappresentano il risultato di un tipico esempio di escavazione glaciale ad “U” della valle principale (la Valchiavenna) da parte di un ghiacciaio che, in seguito al ritiro, ha lasciato “pensili” i propri affluenti, costretti ora a precipitare a valle mediante un poderoso salto.
L’escursione che vi proponiamo oggi ha, quindi, un grande interesse geologico presentato dall’origine di questo splendido assetto paesaggistico e dalle conseguenze ambientali che ne sono derivate. Ma non solo. Il “ripiano” di origine glaciale creatosi intorno ai mille metri di altitudine, ha permesso, infatti, lo sviluppo nel Medioevo di due deliziosi borghi, Savogno e Dasile, oggi pressochè disabitati in quanto raggiungibili solo a piedi lungo una mulattiera con più di 2.000 gradini. Il percorso è, quindi, interessante anche dal punto di vista storico-culturale, perché fa rivivere momenti di storia delle genti di montagna. Savogno è altresì tappa importante all’interno dell’itinerario storico escursionistico Via Bregaglia, che si snoda tra Italia e Svizzera, con partenza da Chiavenna ed arrivo al passo del Maloja.
Le perle di questa escursione non sono finite. Savogno e Dasile hanno un’incredibile storia da raccontare, forse leggenda o forse no, legata alla “peste nera” di manzoniana memoria. La peste, portata dai Lanzichenecchi, raggiunse dal fondovalle dapprima il borgo di Dasile. I suoi abitanti, presi dal panico al manifestarsi delle prime febbri e delle prime morti, selezionarono due giovani che salirono all’alpe Corbia per isolarsi e salvare le bestie. Ricevettero l’ordine di scendere periodicamente fino alle rocce che sovrastano il paese per osservare cosa accadesse. Un brutto giorno non videro più alcun vivo e per la disperazione scesero così verso Savogno. Scoprirono che il ponte di collegamento tra i due paesi era stato distrutto dagli abitanti di Savogno nel tentativo di salvarsi dall’epidemia. Animati da spirito di vendetta e muniti di un lungo bastone afferrarono la carcassa di un gatto morto, la portarono nei pressi del torrente e la gettarono sul lato opposto della valle. Il germe della peste approdò così sul territorio di Savogno, e non tardò a raggiungere, propagato dagli animali, i suoi abitanti, che così pagarono nel modo più terribile la loro colpa.
Ultimissima chicca da aggiungere alla gita è la sosta pranzo al Rifugio Savogno per un appetitoso piatto di gnocchetti della Valchiavenna o tagliolini freschi alla farina di castagne con un delicatissimo condimento a base di camomilla (da provare!).
L’escursione non presenta alcuna difficoltà tecnica ma occorre indossare calzature idonee. Si segnala la presenza di scalette di ferro lungo il sentiero panoramico sulla cascata. Il dislivello è medio (650 m) per uno sviluppo di appena 5,5 km percorribile in un paio di ore in totale. Noi lo abbiamo percorso con un Jack Russell ed è quindi dog friendly a meno che il vostro cane non sia terrorizzato dalle griglie delle scalette (brevi tratti).
Il parcheggio: Borgonuovo di Piuro (m 400)
Il sentiero parte più o meno dalla Chiesa di Borgonuovo di Piuro (SO). La meta è molto turistica, quindi il paese si è dotato di numerose aree di sosta a pagamento (1,00 euro/h oppure 7,00 euro/tutto il giorno). Potreste avere difficoltà col parcheggio solo nel weekend e solo in orari “comodi”.
Bar: Crisa’s bar – Bar Cascata
Tappe del percorso
1° PARTE
Parcheggio di Borgonuovo di Piuro (m. 400) –> base delle cascate –> Sentiero Panoramico –> punto panoramico sulle cascate –> bivio per Savogno –> Savogno (m. 932) –> Rifugio Savogno (m. 928)
2° PARTE
Rifugio Savogno (m. 928) –> Dasile (m. 1.032) –> bivio per Savogno-Sentiero Panoramico (sx) –> Sant’Abbondio (m. 431) –> Parcheggio di Borgonuovo di Piuro (m. 400)
1° Parte: da Borgonuovo di Piuro a Savogno
E’ facile capire da dove partire, basta puntare alla base delle cascate. Un sentierino vi condurrà là in totale sicurezza. Naturalmente è un set fotografico ambito.
Lasciate le cascate alla vostra sinistra e procedete nel bosco evitando di proseguire dritto troppo oltre. Sembra incredibile ma non abbiamo trovato una palina che segnalasse l’inizio del Sentiero Panoramico, ovvero il sentiero che costeggia ed interseca più volte le balze del torrente Acquafraggia. Dovete quindi aprire gli occhi per individuare la deviazione che vi porta in salita sulla sinistra.
Capirete di essere sul Sentiero Panoramico perchè è un percorso ripido che alterna tratti su gradoni di pietra a scalette metalliche, delimitate e sempre in sicurezza. A questo punto non avrete più dubbi, non vi rimane che salire e basta. Arriverete in un punto dove potete continuare a salire sulla destra oppure procedere dritto. Ecco andate dritti perchè è una meritevole deviazione che in pochi minuti vi porterà ad un punto panoramico sulla cascata e sulla valle. E’ un balconcino sicuro protetto da una ringhiera. Si ha qui la sensazione di essere “dentro” la cascata stessa, di farne parte, tanto sono forti il rombo e i forti spruzzi di acqua e di luce.
Tornate indietro e riprendete a salire sulle scalette. In breve arriverete ad un altro balconcino interessante con piccole pozze acquamarina.
Si sale ancora ma da questo punto in poi la pendenza diminuisce e permette dei guadi da una parte all’altra del torrente grazie a dei ponticelli.
Al bivio identificato da una palina segnaletica potete prendere la decisione di:
- proseguire lungo il Sentiero Panoramico in direzione Crana
- salire lungo il Sentiero Panoramico in direzione Savogno – Villa di Chiavenna
Seguite per Savogno, costeggiando il torrente per poi attraversarlo ancora attraverso il secondo ponte da cui si gode la vista su un’incantevole cascata con pozza.
Un’altra palina segnaletica vi guiderà verso Savogno. State per abbandonare il torrente e i castagni per addentrarvi in un bosco quasi fatato di abeti, i larici, le betulle, in cui farà improvvisamente comparsa la mulattiera con i suoi infiniti scalini
Infine la vista che si apre in cima agli ultimi scalini vi segnala l’arrivo a Savogno a 932 m di altitudine.
Vi verrà naturale varcare la soglia del panoramico sagrato della chiesa di S. Bernardino, consacrata nel 1465 e ristrutturata nel ‘600. Il campanile reca scolpita sull’architrave dell’ingresso la data 1485. È una delle poche torri campanarie che in Valchiavenna abbia conservato la sua struttura originaria. Alle spalle dell’antica chiesa, si vedono la casa parrocchiale ad archi di linea cinquecentesca e, l’una addossata all’altra, le rustiche case tutte a balconate in legno. Sempre al ‘600 risale una fontana pubblica che si trova nella parte alta del paese con una divisione per l’abbeveratoio degli animali e la fonte per le persone, risalente ai tempi delle prime cure igieniche contro la peste manzoniana.
Lungo il sentiero per Dasile è, infine, situato il Rifugio Savogno in posizione panoramica sulla valle. E’ possibile pranzare all’aperto, previa prenotazione, mentre è ancora vietato l’ingresso come disposizione anti covid-19.
2° Parte: da Savogno a Dasile e rientro al parcheggio
Abbandoniamo Savogno in direzione Dasile e per farlo dobbiamo superare il ponticello sul torrente Acquafraggia abbattuto ai tempi della “peste nera” nel vano tentativo di preservare Savogno dal contagio. Bastano 20′ minuti per raggiungere il pianoro panoramico di Dasile a quota m. 1.032.
Non rimane che proseguire oltre per la lunga discesa verso la frazione di S. Abbondio avendo cura, al bivio indicato da una palina segnaletica, di girare a sinistra in direzione “Savogno” anche se vi sembrerà strano visto che arrivate proprio da là. Il rischio è di andare troppo a ovest alla frazione di Crana verso Chiavenna. Attraversate la frazione di S. Abbondio seguento i bolli biancorossi che vi riporteranno alla base delle cascate dove avete parcheggiato.
Dati riepilogativi del sentiero
Quota minima: 400 m
Quota massima: 1.013 m
Dislivello: +/- 650 m
Distanza: 5,5 km
Percorso: ad anello
Tempo in movimento: 2h e 15′ (A/R)
Pranzo: al Rifugio Savogno
Per ricevere la traccia GPS scrivete a oggiescoblog@gmail.com
LINK ALLA CARTOGRAFICA SVIZZERA
Dove mangiare e pernottare
RIFUGIO SAVOGNO
via nucleo abitato di Savogno, 123020 – Piuro (SO)
mail: info@rifugiosavogno.it
tel: +39 3667101665
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Rifugio Sempre aperto
Prenotazione Obbligatoria
Animani non ammessi all’interno ma ospitati in giardino recintato con tettoia all’aperto
Ciao Susi, sono stata ieri alle Cascate di Acquafraggia, a prescindere dalla bellezza indiscussa dei panorami, la mia esperienza nel percorrere i sentieri è stata terribile…l ho fatto con persone che non conoscevano il posto ne’ la montagna nel senso più ampio del termine… Abbiamo cominciato il percorso verso il Rifugio non dalla parte delle scascate, come mi sembra di capire ci sia la possibilità, ma alle spalle del bar, salita ripida, molto dura ma alla fine fattibile, ma quello che mi ha terrorizzato è stato il rientro, percorrendo un sentiero che secondo me non poteva essere quello Panoramico perché abbiamo cominciato subito a scendere da scale di metallo, ma quello che si è prospettato dopo è stato terribile… La fortissima pendenza, i passaggi strettissimi, i “gradini” di pietra inesistenti che solo persone esperte sono in grado di affrontare… Qualcosa deve essere andato storto perché non posso pensare che percorsi di quel genere, privi per diversi tratti del minimo di sicurezza non siano segnalati come tali… Ho pensato che se persone come me prive della giusta esperienza e formazione per affrontare percorsi così pericolosi vengono accolte da un attacco di panico da li non si muovono più…mi è andata bene perché un ragazzo del gruppo, siccome sono scivolata, mi ha sostenuto fisicamente nella discesa e mi dico che è andata bene perché se avessi messo male un piede e non avessi tirato fuori tutta la forza non sarei qui a raccontarla… Ti scrivo ancora in ansia per quella esperienza perché vorrei conoscere il tuo parere… Grazie, ti auguro una buona giornata, Valeria
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Ciao Valeria, le scalette di metallo e i gradoni di pietra sono proprio parte del sentiero panoramico. In questi casi è fondamentale affrontare tali percorsi in salita e mai in discesa perchè la prospettiva dall’alto può indurre una sensazione di insicurezza e vertigini con possibili attacchi di panico. Ma è un percorso assolutamente accessibile, classificato persino “T-turistico”. Il vostro errore è stato percorrerlo al contrario. Non bisogna mai dimenticare che per quanto turistici, tutti i percorsi escursionistici sono appunto “escursionistici” e pertanto occorre preparazione, allenamento e calzature idonee. Le scalette hanno un corrimano di protezione e scalini larghi. Mi dispiace che tu abbia vissuto questa giornata come un incubo, il consiglio che ti do è di affidarti, la prossima volta, ad un gruppo escursionistico organizzato, con guida ed assicurazione. Andare per monti con persone inesperte o che non conoscono il sentiero e, quindi, incapaci di valutare prima le potenziali difficoltà per tutti i partecipanti, è una pessima idea. Un abbraccio. Susi
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