Quando arriva l’autunno e le giornate si accorciano, aumenta la voglia di gite poco impegnative, non troppo lontane da casa, magari che consentano di raccogliere qualche castagna da cuocere la sera. Quella al Monte Magnodeno (1.241 m) è una validissima proposta perchè parte dall’Ospedale “A. Manzoni” di Lecco, quindi raggiungibile anche coi mezzi pubblici. Il dislivello è comunque sui 1.000 metri, ma diluito tra boschi di castagno che poi aprono ad un crinale molto panoramico. Altri punti di forza: nessuna difficoltà tecnica, solo 4,5 km di lunghezza, un Santuario sul percorso e presenza di un bivacco in cima, peraltro saltuariamente aperto di Domenica dagli Alpini volontari di Maggianico-Chiuso (un piatto di pasta al pomodoro e un bicer de vin e via…).
ATTENZIONE: dotarsi di calzature idonee, i calcari dell’acciottolato potrebbero essere scivolosi. Se vi sentite più sicuri, portatevi i bastoncini telescopici (utili anche per i ricci delle castagne heheheh…)
Il parcheggio (240 m)
Il parcheggio si trova nei dintorni dell’Ospedale “A. Manzoni” di Lecco, zona Germanedo, prestando attenzione alle limitazioni del disco orario. Nei giorni festivi esistono diversi parcheggi liberi da disco orario in via Filanda. Nei giorni feriali provate in via Eremo, risalendo poi a piedi tutta via Filanda.
Tappe del percorso
1° PARTE
Parcheggio di via Eremo (240 m) –> Sentiero 27 –> Santuario della Madonna della Rovinata (590 m)
2° PARTE
Santuario della Madonna della Rovinata (590 m) –> Campo de Boi (692 m)
3° PARTE
Campo de Boi (692 m) –> Bivacco Monte Magnodeno (1.241 m)
1° PARTE: il Santuaro Madonna della Rovinata
Dal parcheggio risalite tutta via Filanda. Passate sul ponticello di via Brusa, risalite la via Airoldi e Muzzi, girate a sinistra per via Teorodo Muller che diventa poi via alla Rovinata. Al termine della via, prendete il piccolo ponticello sulla destra per ritrovarvi all”inizio dell’acciottolato della ripida mulattiera (sentiero n° 27) , nonchè Via Crucis, che conduce al Santuaro Madonna della Rovinata. Lungo il percorso sono dislocate le prime tredici cappelle della Via Crucis, le ultime due sono invece poste a fianco del santuario stesso.
Il vero nome è Santuario dell’Addolorata, edificato tra il 1849 e il 1859, sul luogo di erezione di una piccola cappelletta, dedicata proprio alla Madonna Addolorata. Una frana si abbattè sulla cappella che, tuttavia, resistette al forte urto, rimanendo intatta. Il fatto, giudicato miracoloso dalla popolazione di Germanedo, portò ad una crescente venerazione ed attenzione per il luogo, tanto che l’allora parroco don Andrea Magni decise di erigervi una chiesetta, che divenne un luogo importante di pellegrinaggio soprattutto a seguito dell’epidemia di colera che colpì l’abitato di Germanedo nel 1855. Dal Santuario si gode una bellissima vista su Lecco.
2° PARTE: Campo de Boi
Proseguite lungo il sentiero ubicato alla sinistra della Chiesetta, in prossimità di una fonte. Si abbandona l’acciottolato della mulattiera per proseguire su terreno più disconnesso tra i boschi di castagno. Prestare attenzione alle indicazioni un po’ rovinate, seguite sempre per Campo de Boi (sentiero n° 27). Da qui sino a Campo de Boi sarà possibile trovare le castagne, noi le abbiamo raccolte al ritorno. L’indicazione “Castello dell’Innominato” vi porterebbe, invece, lungo il sentiero Rotary fino alla Stazione di Vercurago-San Girolamo.
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Tra una castagna e l’altra si arriva a Campo de Boi (692 m), sede dal 1921 al 1975/76 di un collegio con funzione di casa vacanze per ospitare i bambini provenienti dai diversi collegi di Saronno, Desio e Tradate. Ora l’edificio è proprietà Unicalce ma vi sono numerose baite che nell’insieme compongono un grazioso borghetto.
Il collegio di Campo de Boi fu un vero rifugio per 80 bambini sfollati durante i bombardamenti aerei del 1943 insieme ad un giovane prete e tre suore, di cui una infermiera. L’infermiera aiutò a curare i partigiani feriti e nascosti nelle vecchie baite del borgo. Da Campo de Boi passava un “sentiero della Libertà” che conduceva in alta Valsassina, oltre il Resegone. Di qui passò il sindacalista Gaetano Invernizzi che diventerà il primo segretario della Camera del Lavoro di Milano, dopo la Liberazione.
3° PARTE: Il Bivacco del Monte Magnodeno (1.241 m)
A Campo de Boi occorre fare attenzione per imboccare un sentierino che si inerpica a sinistra nel bosco a lato di una baita. Proseguire nel bosco (abbandoniamo i castagni però), superare una baita di cacciatori, sino a raggiungere finalmente dei punti panoramici.
Per raggiungere il bivacco posto proprio in cima al Magnodeno occorre fare un breve passaggio su sentiero roccioso ove una catena vi agevolerà in caso di mancanza di agilità o di rocce rese scivolose da piogge recenti. Non vi sono difficoltà, non lasciatevi intimorire dalle descrizioni che girano in rete.
Giunti al bivacco cosa troverete:
– panche per consumare un pranzo al sacco
– bivacco autogestito dagli Alpini volontari di Maggianico-Chiuso che alle 12.00 in punto di Domenica (e non tutte le Domeniche) cucinano un piatto di pasta al pomodoro con un bicer de vin. Se arrivate alle 12.20 non troverete più nulla da mangiare 🙂
– una croce volta ad uno strepitoso panorama sulla città di Lecco
– un cerchio metallico con l’indicazione delle cime osservabili dal punto più panoramico
IL RITORNO
Ripercorrere il sentiero dell’andata
Dati riepilogativi del sentiero
Punto di partenza: Ospedale “A. Manzoni” di Lecco
Quota minima: 242 m
Quota massima: 1.241 m
Dislivello: +/- 1.000 m
Distanza: 9 km
Percorso: andata e ritorno per lo stesso sentiero
Tempo in movimento: 4h (A/R)
Pranzo: al sacco (bivacco in cima con aperture sporadiche da parte dei volontari)
Per ricevere la traccia GPS scrivete a oggiescoblog@gmail.com
Ottima descrizione Grazie
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Ti ringrazio!
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